Un po' di storia: "La normativa antisismica Borbonica"

Un po' di storia: "La normativa antisismica Borbonica"
Casa baraccata di epoca borbonica

 

Ci rallegriamo del fatto che, sempre più sovente, la storiografia stia “riscoprendo” verità a lungo taciute dalla narrazione ufficiale, in merito al buongoverno e alla floridezza di cui godeva l’antico Regno delle Due Sicilie, tra i più moderni del mondo di allora. I primati borbonici non sono una leggenda, bensì fatti storici documentati, inoppugnabili.
Muovendoci lungo questo solco, è bene ricordare talune tra tante di queste verità. Ad esempio, basti pensare che lo stesso Consiglio Nazionale di Ricerca – eccellenza italiana fondata nel 1923, dunque in tempi non sospetti, come si usa dire – precisi sul proprio sito in Internet e in diverse pubblicazioni e ricerche (celebre è quella del 2013, svolta unitamente all’Università della Calabria) come tutte le norme antisismiche attualmente osservate discendano da un’unica traccia: il primo regolamento del genere in Europa fu imposto dai Borbone subito dopo il catastrofico terremoto del 1783, che distrusse gran parte della Calabria Ulteriore, ovvero la Calabria meridionale, nonché Messina e il messinese, causando la tragica scomparsa di ben trentamila cittadini, cinquantamila secondo altre fonti. Durante i mesi di febbraio e marzo, più precisamente tra il 5 febbraio e il 28 marzo di quel funesto 1783, i Regni di Napoli e di Sicilia erano ancora due entità distinte in cui regnava Ferdinando di Borbone, come Ferdinando IV di Napoli e Ferdinando III di Sicilia. Fu terribile l’impatto di quel violentissimo sciame sismico: è stato calcolato che la sola scossa del 5 febbraio raggiunse il settimo grado della attuale scala Richter. Vennero rase al suolo le intere città di Reggio di Calabria e Messina, causando inoltre un grande maremoto. L’efficace risposta del re Ferdinando e dell’amministrazione borbonica non si fece attendere: venne dunque elaborato, come detto, il primo regolamento antisismico del vecchio continente, con l’istituzione di un sistema costruttivo di notevole efficacia. Il codice per le costruzioni raccomandava infatti l’utilizzo di una rete di legno all’interno della parete in muratura, ciò che funse da deterrente durante i successivi, tremendi, eventi tellurici che colpirono nuovamente la Calabria e Messina, nel 1905 e nel 1908. Molto probabilmente, il terribile conteggio delle vittime del 1908 sarebbe risultato ancor più corposo se non fosse stato per tali misure ma è certo che l’architettura costruita seguendo le prescrizioni messe in atto dal regolamento borbonico, pur riportando danni significativi, non subì in nessun caso crolli totali. Così era nata la “casa baraccata”, in cui il legno rappresentava un’armatura interna in grado di resistere alle sollecitazioni sismiche. L’idea originaria fu di Francesco La Vega, ingegnere militare del Genio che diresse dal 14 marzo 1780 le attività di recupero e studio di reperti archeologici, attuati agli inizi del XVIII secolo da Carlo di Borbone, per una campagna di scavo ad Ercolano, Pompei e Stabia. L’utilizzo di tralicciature di legno all’interno delle murature perimetrali, al fine di controventare gli elementi verticali e di garantire un perfetto “comportamento scatolare”, era qualcosa in effetti di molto simile a quello che insegna oggi la moderna scienza delle costruzioni. I risultati definitivi del progetto CNR–IVALSA, incentrato sulla ancora attuale disposizione normativa borbonica, sono stati presentati in occasione dell’incontro internazionale H.Ea.R.T 2013 (Historic Earthquake–Resistant Timber Frames in the Mediterranean Area).
L’anno successivo al grande terremoto, con il dispaccio reale del 4 giugno 1784, venne poi istituita la Cassa Sacra (Giunta di Cassa Sacra, la definizione originaria). Tale organo governativo, presieduto da Don Francesco Pignatelli, principe di Strongoli, venne stabilito in Catanzaro, capoluogo della Calabria Ulteriore.
Nella più ampia cornice di riduzione dei privilegi ecclesiastici e feudali operata dai regnanti borbonici sino ad allora, la Cassa Sacra era finalizzata ad amministrare i beni ecclesiastici espropriati, da convertire nella ricostruzione. 

Antonio Oliverio,  Cavaliere di Grazia SMOCSG

 

Modello-edilizio-per-casa-baraccata

 

Piano_Regolatore_di_Palmi_del_1783