Nel 1833 il Re Ferdinando II di Borbone, con Reale Rescritto del 6 aprile fondava la Scuola Nautica Comunale di Procida, successivamente diventata “Regio Istituto Nautico”, che negli anni ha contributo a formare una generazione di valenti capitani e marittimi che all’esperienza e al coraggio hanno accoppiato una robusta preparazione tecnica.
Ma si può certamente affermare che fondazione dell’Istituto risale a ben prima del 1833.
Alla fine del ‘700 sulla scia di quanto realizzato a Venezia, Trieste, Fiume e Livorno, anche a Procida insieme a Napoli, Meta di Sorrento, Palermo, Siracusa e Carotto ed Alberi (attuale Piano di Sorrento), si avvia un progetto per la diffusione dell’istruzione tecnica legata al mare.
Considerando che su 11 scuole aperte nel “Secolo dei Lumi” ben 7 nacquero nel Regno borbonico è innegabile riconoscere al Mezzogiorno il primato in questo settore della conoscenza.
Per l’isola di Procida l’idea fu del sacerdote Marcello Eusebio Scotti che nel 1788 diede alle stampe il suo “Catechismo Nautico”. Il libro conteneva alcuni importanti precetti per tutti i naviganti e quindi anche per i procidani. A questi ultimi il sacerdote riservò un’attenzione particolare decantando le doti sia degli uomini, esperti navigatori, che delle donne, cui i mariti affidavano il difficile compito di istruire i figli e di amministrare le finanze.
Oltre a ciò il sacerdote ribadiva la necessità di aprire sull’isola una cattedra di nautica oltre che una Scuola Normale, secondo il Metodo introdotto nel 1784 nel Regno delle Due Sicilie.
Il progetto, sottoposto all’attenzione dell’ammiraglio Acton, Segretario della Guerra e della Marina, da cui dipendeva la Delegazione delle Scuola Normale e Nautiche, dal sindaco dell’isola, Salvatore Schiano, fu accolto, con decreto del 17 aprile 1788, e la scuola fu aperta.
Per il mantenimento della scuola fu scelta una formula, adottata anche a Palermo e Siracusa, che prevedeva la partecipazione sia dell’Università che degli addetti al settore ovvero la Bussola delle Tartane, tipica istituzione isolana, ad esse cui competeva sia la scelta dei maestri che l’erogazione, a ciascuna per metà, di un sussidio semestrale di 300 ducati.
Destinatari del progetto erano i figli dei marinai e dei poveri a cui, previo rilascio di una fede di povertà da parte dell’amministrazione dell’Università, sarebbero stati garantiti i mezzi per tale istruzione marinara e nautica “utile a quella popolazione commerciante”
Nel 1833, come già detto, nacque la Scuola Nautica Comunale che nel 1868 venne trasformata in Regia Scuola Nautica e nel 1874 nacque il Regio Istituto Nautico intitolato all’Ammiraglio Francesco Caracciolo. Successivamente a tale denominazione venne aggiunta quella di Giovanni da Procida, personalità del 13° secolo, medico della Scuola Salernitana, diplomatico e uomo politico legato alla dinastia sveva degli Hohenstaufen.